Ci sono personaggi che grazie al loro vigore e alla vitalità rimangono perennemente nel ricordo delle generazioni successive, più precisamente cioé le persone che con la propria attività si incastonano per sempre nella storia e nello sviluppo di un ente, e più estesamente nello svoluppo di una certa attività. Tale personaggio era il mio caro professore Boris Petkovski, l’instancabile e indefesso professionista musivo, il primo direttore del Museo di Arte Contemporanea – Skopje (1964-1976).
Parlando di Boris Petkovski non posso non identificarlo a tutta prima con il progetto più impressivo e più complesso della cultura macedone del XX secolo, il Museo di Arte Contemporanea – Skopje, nella cui istituzione è inserita e racchiusa tutta la sua conoscenza non solo della teoria e della storia dell’arte, ma anche quella della museologia moderna.
Creare un’istituzione atta a scoprire, custodire, presentare, interpretare, diffondere, propagare gli alti valori dell’arte e della cultura del nostro tempo, subito dopo il terremoto del 1963, fu un’enorme sfida per questo giovane e ambizioso storico d’arte. Con un sentimento profondo, entusiasmo e sapere Petkovski prese parte alla grande operazione di donazione di opere d’arte, promossa da un gran numero di associazioni, artisti ed enti di tutto il mondo, che ebbe come risultato finale l’istituzione del museo, la cui collezione internazionale, in primo luogo, ha offerto al museo un posto particolare e unico nella rete di musei dell’Europa sudorientale. Con la fondazione del Museo (nel 1964) e con l’enorme impegno di Petkovski nel creare di una collezione eccezionale di opere di autori di Massimo rilievo nell’Arte Moderna mondiale, si riconferma l’individuazione del suo grande amore per la sua stessa professione. Oltre all’ideazione e formazione della collezione, Petkovski ha una precipua importanza anche in altre sezioni dell’attività musiva: quella espositiva, educativa e alter ancora di questo Museo.
Nel lavoro di questa istituzione Petkovski introdusse alcune attività di museologia, presenti per la prima volta nella prassi musiva in Macedonia, nella scia degli esempi dei musei dell’Europa e dell’America. Qui potremmo annoverare i cataloghi, le monografie, le edizioni legate a mostre concrete, con il materiale biobibliografico degli artisti macedoni professionalmente ed competentemente elaborato. Per la prima volta sono state impostate delle mostre retrospettive (di O. Petlevski, D. Koco, V. Popobich-Cico, N. Martinoski), accompagnate da monografie ideate e studiate come p’ubblicazioni scientifico-tecniche. Le sue facoltà organizzative e professionali vennero in risalto anche durante la costruzione dell’edificio del Museo, come pure nella messa a punto della prima variante della mostra permanente con la quale venne inaugurato il museo stesso, nel 1970.
Questo però non era sufficiente per Petkovski che simultaneamente alla sua attività nel Museo iniziò la sua attività educativa, iniziò cioé a tenere lezioni di storia dell’arte alla Scuola superiore di musica (1970), mentre dal 1976 al 1997 ha ricoperto la carica di professore di ruolo alla Facoltà di lettere e filosofia presso l’Università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje (Istituto di storia ed arte con archeologia) delle discipline Arte moderna e contemporanea e Museologia.
A questo periodo risale il mio primo contatto con Petkovski il quale come professore ha trasmesso e difuso, sia a me che ad una decina di colleghi della prima generazione di studenti della sezione di Storia dell’arte, disinteressatamente, le sue esperienze e le sue cognizioni nel campo della museologia e della teoria dell’arte, contribuendo così alla tendenza permanente affinché l’arte del XX secolo divenga il campo del nostro interesse e della nostra attività.
Tuttavia, quello che io ricordo con maggior rispetto verso il mio caro professore è il periodo quando abbiamo collaborato alla preparazione della sua ultima grande opera legata al Museo, il libro MSU 1964-1976 (MAC 1964-1976), il primo volume dell’edizione Dossier del MAC, come pure alla sua partecipazione al solenne festeggiamento del “40 anniversario del MSU-Skopje”. Questi eventi rilevanti, con i quail si celebrava la storia della detta istituzione, mi hanno confermato ancora una volta la mia persuasione che il Museo è stato il suo primo amore e il suo opus vitae, mentre io che ho avuto il piacere di stargli accanto e di attingere dalle sue esperienze cognizioni e nozioni mi auguro che ognuno di noi avesse la possibilità di imparare da tali personaggi che hanno lasciato impressa un’impronta indelebile nella cultura della propria nazione.
Traduzione dal macedone: Maria Grazia Cvetkovska