Istituto Dante Alighieri, Skopje

Se il compito di una buona prefazione è quello di accostare un potenziale lettore alla lettu­ra di un libro, in questo caso può sembrare paradossale in quanto si tratta di invitare a leggere non un libro, ma più semplicemente pensieri e testimonianze di alcune delle tante persone che hanno voluto cogliere quest’occasione per rendere omaggio, con i loro ricordi, ad un uomo illustre quale è stato il Professor Boris Petkovski.

I pensieri, le dediche, le frasi e i ricordi trascritti in modo indelebile in questo Memoriale, trasmettono un comune filo conduttore, che caratterizza la grande stima e rispetto di noi tutti verso quella che era, che è stata e che sarà, nella nostra memoria, la figura di Boris Petkovski, rendendola sempre viva e di grande attualità oggi e in futuro.

Non si ritenga azzardato se i sentimenti che sgor­gano spontanei dalla mia anima nei suoi confronti, risentono dei genuini rapporti che, in vita, hanno contraddistinto la nostra pur breve amicizia, caratte­rizzata da moti prevalentemente di riconoscente am­mirazione. Per chi non ha conosciuto Boris Petkovski, l’impressione che si potrebbe avere, leggendo gli scritti dedicatigli in questo Memoriale, sarebbe di una gon­fiata presentazione.

Ma chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa che ogni parola, ogni scritto, ogni capoverso è genuino, è un’onesto e sincero ricordo al memorabile Professor Boris Petkovski …è lui…..

Di solito, si curano prefazioni a libri scritti da colle­ghi o amici, con i quali si è fatto un percorso di studio o di lavoro comune. Non è questo il mio caso, sia per la differenza di età che di generazioni. Comunque, nel corso della mia passata esperienza professionale tra­scorsa nell’Ambasciata d’Italia a Skopje, per quasi sei anni, ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e col­laborare col Professor Petkovski che ha lasciato in me il ricordo indelebile della Sua persona.

Da qui nasce la mia scelta di realizzare questo Me­moriale a lui dedicato.

In questa mia introduzione, non mi soffermerò a descrivere Boris Petkovski nel suo spessore culturale, accademico, di storico, di studioso, di critico e di cono­scitore dell’arte, perché meglio di me tanti hanno già scritto e descritto l’interezza del suo spessore e anche il contenuto e gli scritti di questo volume lo mostra­no ampiamente. Pertanto, più umilmente mi limito a scrivere il perché di questo Memoriale, e, a distanza di oltre cinque anni, ho sentito che era giunto il momen­to di realizzare e portare a compimento quello che da sempre avevo fortemente voluto sin dai primi giorni della sua scomparsa….

Numerosissimi sono i miei ricordi con Boris Petko­vski. Quasi ogni giorno egli passava presso il mio ufficio in Ambasciata e, quando non ci incontravamo di per­sona, ci sentivamo telefonicamente per parlare di un qualche progetto…..

Con semplice spontaneità, sempre prestava la sua attenzione o forniva un suo contributo a qualche attività culturale a cui stavo lavorando, sempre si mo­strava dedito e disponibile nel dare un suo supporto anche se sotto forma di semplici, ma efficaci consigli, mantenendo sempre centrale e vitale lo spirito di ogni attività culturale.

Per lui era essenziale mantenere una assidua at­tivita’ nella cultura e nell’arte. Frequentemente, per seguire le varie iniziative culturali a cui l’Ambasciata, in modo diretto o indiretto, partecipava, ero portato a spostarmi lungo tutto il territorio della Macedonia e molto spesso egli si prestava ed amava venire con me.

Durante i nostri viaggi, attraverso le bellissime campagne macedoni, recandoci da Skopje a Bitola, Strumica, Ohrid, attraversando le tante piccole frazioni che incontravamo lungo il percorso, la sua compagnia mi offriva un gradevolissimo piacere, era una fonte ine­sauribile di conoscenza, affascinandomi con i racconti di tanti momenti della sua esistenza, tanti episodi che avevano, nel bene o nel male, lasciato una traccia nella sua vita.

Avvertivo, a volte, persino che alcuni suoi dialo­ghi erano custoditi per pochi e in questo riconoscevo una sorta di privilegio, perché chi conosceva il Profes­sor Petkovski sa che Egli non concedeva facilmente a chiunque, apertamente, la sua anima.

Nacque tra noi una profonda stima, rispetto e inte­ressi comuni che egli aveva condiviso, prima di me, con il mio collega Silvano Gallon, che mi precedette nello stesso ruolo all’Ambasciata e che, prima di me, tanto si adoperò per fare riacquistare quella cittadinanza italiana a Boris Petkovski per quelle sue antiche origini istriane.

Egli si sentiva da sempre anche profondamente italiano ma il tempo, le condizioni e gli eventi, nostro malgrado, non sono stati favorevoli e non hanno con­sentito di fargli vivere quella gioia di vedere realizzato quel profondo desiderio che egli intensamente nutriva, per riacquistare l’amata cittadinanza “perduta” a causa delle conseguenze degli eventi storici del secolo scorso, che segnarono la storia dei popoli di questo vecchio continente.

Fino alla fine dei suoi ultimi giorni, quando ormai la vita lo stava abbandonando, nel recarmi quasi quoti­dianamente a fargli visita, egli, nel focolare e nell’amo­re della sua amata famiglia, mi parlava dei numerosi progetti culturali e artistici in cantiere e, nonostante le sue forze gli venissero meno, voleva essere sempre aggiornato sulle attività culturali che stavo seguendo, mostrandosi sempre fino all’ultimo dedito e partecipe, quasi volesse ignorare che la vita lo stava abbandonan­do.

Gli ultimissimi giorni, quando mi recai nuovamen­te a fargli visita in compagnia dell’Ambasciatore italia­no Giorgio Marini, egli fece ricorso a tutte le sue ener­gie mostrandoci, nelle parole e nei gesti, un’immensa gratitudine per il grande segno di rispetto e di onestà che l’Italia gli aveva umanamente sempre riconosciuto.

Subito dopo la sua scomparsa, avvertii la necessità di realizzare, e a lui dedicare, qualcosa in sua memoria.

Promisi alla sua amata famiglia la realizzazione di questo Memoriale, ricevetti da subito il loro apprez­zamento e gratitudine, so che non è sufficiente questo per raccontare, per ricordare, per apprezzare e testimo­niare quello che è stato il Professor Boris Petkovski, ma sono certo che questo è il minimo che a lui dovevamo noi tutti.

A ricordo del Professor Boris Petkovski

con profonda stima, rispetto, gratitudine e amicizia

Giovanni Grillo