Istituto Dante Alighieri, Skopje

BORIS PETKOVSKI (1931-2005) è stato un viandan­te instancabile attraverso l’arte e la cultura della seconda metà del XX secolo e degli inizi del XXI secolo, sino all’estremo milimetro del filo della sua vita.

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Quel filo che la filatrice Cloto cominciò a filare il 19 gennaio del 1931 a Bajmok in Vojvodina. Lachesi, la sorte, ne aveva misurato la lunghezza per una durata di 73 anni a 10 giorni, quando l’inesorabile Atropo lo recise, il 29 gennaio del 2005.

Che cosa hanno visto i suoi occhi lungo il percorso della vita, delle varie professioni strettamente collega­te in una: museologo, critico d’arte, esploratore instan­cabile, professore, culturologo? Con quale scopo il cie­co Fato ci aveva mandato questo angelo-missionario qua, in Macedonia?

Presuppongo come lui, con i suoi potenziali intelet­tuali e la sua comunicativa avrebbe potuto anche non rimanere tra di noi.

Il suo zelo lavorativo nel Teatro nazionale di Skopje (1949-1957), all’Università operaia di Skopje (1958-1961), nel Consiglio comunale della città di Skopje (1961-1964), nel Museo di arte contemporanea di Skopje (1964-1976), alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Skopje (1976-1996), e poi da pensionato nella sua casa, fino all’ultimo respiro (1997-2005), è stato ricol­mo di un entusiasmo passionale e di indagini orientate, direi, ad dei punti fondamentali: la Macedonia, il Mon­do, le radici della tradizione e il suo trasfondimento nei contenuti culturali del presente e nei concetti necessari

per la progettazione del futuro.

Non è affatto facile presentare oggi tutto ciò, ma suppongo che le future generazioni sapranno esami­nare dettagliatamente il sogno di Boris Petkovski, il sogno senza uguali la cui attuazione ha trovato la forza di formare questo piccolo lembo della Terra in una se­zione equivalente della civiltà e della cultura mondiali.

Boris Petkovski, curatore superiore (1972), ovvero consulente del Museo (1976), nel promuovere una campagna internazionale per la donazione di opere d’arte in favore della città di Skopje, riuscì a portarvi oltre 2800 opere d’arte. Organizzò l’allestimento di più di 200 mostre a Skopje, in Jugoslavia e all’estero. Nel 1965 fu assegnato al Museo di arte contemporanea il Premio di Novembre, e nel 1976 il Premio S. Clemente di Ochrida. È ovvio come l’immensa esperienza muse­ografica del professore Petkovski abbia favorito la sua formazione e la sua nominazione a primo professore del corso di Museologia e Conservazione, nel lontano anno accademico 1980/81.

Fu membro di varie istituzioni competenti e scien­tifiche e di vari enti sociali, dell’Ente per la protezione dei beni culturali (RZZSK), dell’Istituto per la ricerca della cultura veteroslava presso la Biblioteca universi­taria nazionale (NUB) S. Clemente di Ochrid a Skopje, della Colonia artistica di Prilep, della Galleria d’arte di Skopje.

Fu membro attivo e proficuo dei comitati reda­zionali e gerenti delle riviste Makedonija, Likovna umetnost (Belle Arti), Razgledi (Considerazioni) e altri ancora.

La casa editrice Makedonska Civilizacija (Civiltà Ma­cedone) ed io di persona esprimiamo la nostra debita gratitudine per il supporto, la partecipazione e i sugge­rimenti al Consiglio redazionale e per i suoi contributi scritti per il periodico Macedonian Heritage, già dai primi inizi nel 1996.

Ha gestito i progetti scientifici di ricerca: La pittura della Macedonia dalla venuta degli slavi ad oggi (in collaborazione con il prof. Petar Miljkovich Pepek e il prof. Antonie Nikolovski), L’arte monumentale del XX secolo in Macedonia. È stato collaboratore attivo nel progetto dell’Accademia delle scienze e delle arti (MANU) Le civiltà sul suolo della Macedonia.

Ha preso parte ai convegni scientifici: La sintesi a Vrnjacka Banja (1973, 1978, 1980); L’Arte e la rivolu­zione a Titov Veles (1966); La nazione e la cultura a Ochrid (1971); al Congresso costitutivo degli storici d’arte a Ochrid (1976); al Congresso dell’AICA (Asso­ciazione internazionale dei critici d’arte) a Dubrovnik (1980); a Le origini dell’arte moderna dell’Europa sudorientale a Bucarest (1983); a L’influsso dell’ar­te antica sulla Repubblica Socialista Macedone a Skopje (1985) come a numerosi altri incontri di pensa­tori dell’arte e della cultura.

Fu il presidente della Fondazione federativa Mosa Pijade di Belgrado; il presidente della sezione jugosla­va dell’AICA (1983-1986); il rappresentante della RFS Jugoslavia nel comitato intergovernativo per la restitu­zione dei beni culturali presso l’UNESCO di Parigi.

Fu il mentore e membro di commissioni esamina­trici per l’approvazione delle tesi di dottorato di tutta una lista di esperti, ormai defunti o ancora viventi, come: dr. Vjekoslav Cetkovich, dr. Antonie Nikolovski, dr. Jasminka Hadzieva Aleksieva, dr. Jerko Denegri, dr. Vladimir Velickovski.

Fu il mentore o membro di commissioni per le tesi di master.

Ha effetuato numerosi viaggi e soggiorni a scopo di studio, tenendo lezioni in varie università: a Parigi (1986, 1987, 1988), a Halle, a Lipsia, a Dresda, a Wei­mar, a Berlino, in Polonia, in Iran (a Bagdad, nel 1986).

L’esperienza e la sapienza vanno perse se non ven­gono tradotte in un documento corrispettivo. Fortuna che il professore Petkovski abbia lasciato dietro di sé una consistente eredità scritta. Ha pubblicato i suoi saggi sin dal 1956 fino alla fine dei suoi giorni. Incre­dibile è stata la gamma del suo pensiero: L’arte egizia; Michele ed Eutiche o Giotto; Nikola Martinoski; Disegni puerili giapponesi; Un tipo di espressione artistica del­la Rivoluzione; La cultura dello spirito e le cognizioni conformate del mondo; Il manifesto psicodelico ame­ricano; La visione dell’arte del nostro tempo; La pittura contemporanea macedone; Le sculture di Petar Hadzi Boskov; ma senza dubbio, la sua preoccupazione cen­trale era l’arte contemporanea macedone, dalla quale presero spunto centinaia di riferimenti, di articoli e monografie.

Già ragazzo tredicenne Petkovski aveva mostrato l’interesse per le ricerche archeologiche di Heraclea, insieme al sacerdote cattolico Alojz Turk di Bitola.

Grazie al suo ardente entusiasmo ha predisposto il percorso di organizzazione del progetto scientifico e di indagine, in comune tra la Macedonia e l’Italia, sulla Via Egnazia. In questo senso è stato organizzato e attuato, nell’autunno del 2003, il soggiorno dell’arche­ologo Michele Fasolo dell’Istituto di topografia antica presso l’Università di Roma, lungo il tratto della Via Egnazia nella Repubblica di Macedonia.

Nel 1976 Petkovski entrò a far parte della Facoltà di Lettere e Filosofia di Skopje come docente di Storia generale delle Belle Arti – epoca moderna. Nel 1978 fu eletto professore fuori ruolo, e nel 1983 professore ordinario, rieletto poi nel 1989.

Dirigente del nostro Gruppo didattico-scientifico (oggi Istituto) per la storia dell’arte e dell’archeologia, il professore Boris Petkovski (dal 1.10.1981 al 1.10.1983 e dal 20.10.1993 al 20.10.1995) ogni singolo momen­to, durante le sedute, e le ore di lavoro, ci coordinava e gestiva l’Istituto lungo la via della massima afferma­zione delle nostre reciproche discipline al cospetto del pubblico macedone e mondiale.

Il nostro amato professore Petkovski è stato inso­stituibile per le sue somme virtù positive, distintive di un porofessore-pedagogo. Spiegare, chiarire, avviare, motivare, ravvicinare il mondo della tradizione, i vari stili, i colori, la plasticità, i tasselli e i vetri, oppure la fotografia, la grafica e le linee a chi avesse la mente aperta. Ai discenti, ma anche a tutti coloro che erano propensi a seguire il grande maestro Boris.

Col il suo mite tono di voce, ma con la fermezza dell’esperto e del savio ci iniziava allo studio dello sviluppo degli stili e dei riferimenti necessari per as­sumere le nozioni della storia delle belle arti mondiali e macedoni, dei musei, della museologia, oppure gli elementi fondamentali della critica d’arte.

Il professor dr. Boris Petkovski è stato un vero ange­lo custode posto alla porta del tempio dell’erudizione, per cui oggi non ci sono più dilemmi relativi al valore del suo sogno La visione: La Macedonia parteci­pe della civiltà e della cultura dell’Europa e del Mondo.

Pubblicato su: Macedonian Heritage / Rivista di archeologia, storia dell’arte e etnologia, Anno IX, no. 24, 2005. Editore: Makedonska civilizacija, Skopje

Traduzione dal macedone: Maria Grazia Cvetkovska