Istituto Dante Alighieri, Skopje

Sonja Stojmenska- Elzeser

Una parola divenuta comune nel vocabolario della lingua russa, tramite l’attività dell’avanguardia russa e, in particolar modo, dei futuristi russi, diventa un concetto teorico letterario, dietro il quale è nascosta un concetto profondo, ancora provocatorio e non sufficientemente percepito, dell’arte della parola scritta o dell’arte in generale. Il TRASMENTALE (ZAUM) indica qualcosa che è “fuori della mente”, del razionale, qualcosa che è insensato. Secondo il vocabolario della lingua russa questo concetto si usa per esprimere qualcosa che è incomprensibile, ambiguo. Tra gli esempi del suo utilizzo troviamo: “lingua trasmentale”, “teorie del trasmentale” ecc. La lingua trasmentale nel pensiero della letteratura è collegata in maniera diretta con l’espressione letteraria futurista, ma fatto sta che essa è esistita ed esiste anche fuori da quel contesto: il trasmentale è antico come la lingua stessa. Naturalmente, essendo un fenomeno atavico, il trasmentale è tipico soprattutto del folklore. Esso caratterizza il linguaggio dei rituali, dei riti magici, della comunicazione con le forze impure, con tutto quello che è estraneo, segna ciò che si trova “aldilà”, che è irraggiungibile dalla ragione. È interessante il fatto che il trasmentale sembra comune anche all’atto di rivolgersi agli stranieri (verso quelli che non sono inseriti in un dato codice comunicativo) e a quello che sollecita ancor di più la riflessione, ovvero alla comunicazione con i bambini che si trovano ancora allo stadio prelinguistico.

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Il trasmentale presuppone un utilizzo libero delle forme linguistiche, deformate e ambigue, organizzato in catene ritmate ed intonate e di solito rimate. Il senso del suo utilizzo sta da qualche parte dietro il livello razionale della comunicazione; esso è un conduttore di una comunicazione superiore e più profonda (come, ad esempio, nella preghiera a Dio). La sua potenzialità creativa è stata intuita e coerentemente trasformata in arte dai rappresentanti di quasi tutti le correnti europee d’avanguardia dell’inizio del Novecento. Tuttavia, esso diventò un’ossessione per i futuristi russi, uno stimolo per l’atto cretivo, una specie di MUSA poetica. Loro si dedicarono allo studio dell’incorporamento del trasmentale nella poesia. I primi versi in lingua trasmentale appaiono nel libro manoscritto di A.Kruchenykh, Pomada (Pomata), pubblicato nel marzo del 1913, insieme a un’illustrazione di Mikhail Larionov sulla copertina (in allegato fotografia n. 1). Ne è testimone anche la dichiarazione di Kruchenykh, il quale nel suo libro successivo Fonetica del teatro (1923) scrisse: “Il periodo di germoglio della lingua trasmentale come fenomeno (non come un linguaggio di importanza secondaria), nella quale si scrivono delle opere complete, va considerato il dicembre del 1912, quando ho scritto quel mio ora famosissimo dyr, bul, sčyl, / ubesčur / skum / vy so bu / r l ez.” (in allegato il manifesto La parola come tale). Nello stesso anno con una considerazione critica del trasmentale si è pubblicamente espresso anche Viktor Šklovskij. Pubblicò, alcuni anni dopo, l’articolo intitolato Della poesia e della lingua trasmentale nel 1916. L’approdo del trasmentale nella poesia è interpretato da innumerevoli punti di vista. È interessante, ad esempio, la trattazione sociologica di questi fenomeni, il che può essere illustrato molto bene con il detto di Zinaida H. Gippius e cioè: “dyr bul sčyl: questo è proprio quello che succedeva alla Russia”(Мейлах М. Обэриуты и заумъ // Заумны футуризм и дадаизм в русской кулътуре /materiali dal simposio internazionale/, Berna, 1991: 374). Invece Igor Terentjev, amico e contemporaneo di Kruchenykh, nel 1924 su questo tema ha scritto: “dyr bul sčyl: è un enigma, un compito che fino a dieci anni fa non era comprensibile, ma adesso non è più difficile, grazie proprio al suono, ricordarsi che questo è una breccia nel futuro.”. (Терентъев И. Собрание сочинений. Bologna, 1988: 288). Il trasmentale nello stesso tempo punta sia verso il futuro che verso il presente, ovvero verso l’atemporalità, verso la relatività universale.

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Aleksej Krucenych ha la sua concezione del trasmentale:

per lui il trasmentale è la lingua che egli stesso crea nella sua esperienza di vita. Per lui alla base stessa del trasmentale si trovano il primitivo e l’infantile. L’infanzia è proprio quell’epoca della vita nella quale gli strati folkloristici della cultura in maniera più semplice e più naturale si inseriscono nell’ideologia del bambino che un giorno diventerà creatore. Tramite i giochi con la lingua si raggiunge una specie di liricità assoluta che in sè unisce dei suoni acuti, striduli, ma nello stesso tempo anche dei toni dolci, soporiferi, soavi, calmanti. In questo senso il trattamento della soavità del trasmentale è un tema particolare di ragionamento, che fa nascere molte nuove domande e riconsiderazioni. La poesia delle futuriste come, ad esempio, la poesia della precocemente scomparsa Elena Guro (morta nel 1913), potrebbe essere una base adatta per lo sviluppo dell’analisi della coloritura emotiva del trasmentale. Il carattere universale dell’esperimento linguistico viene rispecchiato di più nel progetto di Velimir (pseudonimo al posto del suo nome anagrafico Viktor) Khlebnikov della “lingua stellata”. Non fu a caso che “ il re futurista” procurò per sé una vera stella: nel 1977 l’astronomo Nikolaj Stepanovič Černych battezzò il piccolo pianeta numero 3112, recentemente scoperto (un asteroide), con il nome del poeta, Velimir, proprio in suo onore. Nel progetto della “lingua stellata” la lingua trasmentale è soltanto una della cinquantina di varietà linguistiche, mentre lo studioso dell’opera di Khlebnikov, V. P. Grigorjev (Григоръев В. П. Граматика идиостиля: В. Хлебников. М., 1983:83), sottolinea: “Il progetto lingua stellata è un progetto singolare… È una lingua destinata a tutti gli esseri umani, incline a sostituire tutte le lingue esistenti…”. Nella sua opera Khlebnikov sviluppa le categorie della “lingua degli uccelli” e della “lingua degli dei”, come varietà di quella trasmentale, dove forse viene rispecchiata la sua ossessione per il mondo degli uccelli (suo padre studiava la vita degli uccelli ed egli nella prima infanzia se ne era profondamente affezionato). E non solo si riesce a sentire la voce degli uccelli nella sua poesia, ma gli uccelli sono presenti anche nei suoi dipinti e in altri tentativi di espressione visiva (in allegato, dipinti di Khlebnikov). Šklovskij, invece, nell’ambito di questa onnipenetrazione universale del trasmentale, nelle sue riflessioni successive relative all’avventura futurista, specula:”Si scriveranno un giorno nella lingua trasmentale della vere e proprie opere d’arte o forse un bel giorno essa diventerà una specie di letteratura a sé stante e riconosciuta da tutti? Chi può mai sapere? Questo sarebbe allora una continuazione della differenziazione dell’arte (…) Già l’estasi religiosa preannunciava l’apparizione di forme nuove. La storia della letteratura consiste nel fatto che i poeti canonizzano e includono in essa queste nuove forme, le quali appartenevano già da tempo al comune pensiero poetico- linguistico.” (Шкловский В. Гамбургский счет. М., 1990: 58).

In che modo la poesia scritta in lingua trasmentale arriva al lettore? Khlebnikov a questo proposito osservò che “il segreto della nascita della parola ‘trasmentalé è sconosciuto all’autore come lo è al lettore”. Tuttavia, si può concludere che in generale ci sono due modi di comunicare con opere di questo genere. Il primo rappresenta una decodificazione lineare dei segni codificati nel testo enigmatico, sia che si tratti di segni sonori che visivi, e con questo inserire nel testo tutte le nozioni precedenti che possono servire da orientamento. Dall’altra parte, il secondo modo comprende un semplice lasciarsi andare all’avventura del lettore e un godimento dello stimolo che la lingua suscita. La poesia del trasmentale è una poesia che stimola, provoca, si impone e si recepisce più con i sensi che con la ragione; essa, infatti, schiamazza, tocca, accarezza o fa venire i brividi, duole, commuove… Sia l’uno che l’altro modo di recepire sono ugualmente accettabili. Tuttavia, la decifrazione dell’enigma del trasmentale offre innumerevoli soluzioni, delle quali nessuna deve essere vera, ovvero tutte le soluzioni possibili sono ugualmente giuste e valide.

Il modo di comunicare con la poesia trasmentale dimostra che essa non è completamente insensata, si dovrebbe soltanto trovare una combinazione, una matrice, un’ ulteriore organizzazione che ci avvicini alla soluzione dell’enigma. Molto spesso i futuristi si ponevano dinanzi delle regole formali che andavano rispettate nella composizione delle poesie. Il più interessante modo di giocare con la lingua, ad esempio, era il palindromo fatale che rappresentava, non di rado, una provocazione di scrivere delle poesie, le quali, purtroppo o per fortuna, sono intraducibili (in allegato la poesia- palindromo di Khlebnikov, così come è scritta perché è pressoché intraducibile). Khlebnikov è capace, ad esempio, di porsi come compito quello di ripetere cinque volte le consonanti quali к, п, р nella quartina, il che gli permetterebbe di raggiungere un insolito effetto del trasmentale. Succede spesso che alcune poesie imitino il suono di una incomprensibile lingua straniera o che trasmettano alcune espressioni esotiche, sia di alcune lingue meno conosciute, sia della lingua slava antica.

Gli anni d’oro del Futurismo russo e con questo anche della dominazione del trasmentale nella poesia russa finiscono, più o meno, verso la fine del quarto decennio del Novecento. Tuttavia, anche prima della nascita del Futurismo, il trasmentale era ricorrente nella poesia russa (in poeti quali Sumarokov, Deržavin, Tjutčev, Tretyakovskij, Lomonsov), così come lo era presso i futuristi russi nella seconda metà del Novecento, in maniera più o meno esplicita. La tradizione dei futuristi e del trasmentale continua a turbare sia gli spiriti dei poeti, che gli spiriti dei letterati. Uno dei più noti linguisti russi, Evgenij Polivanov, già nel 1930 scrisse l’articolo “Il principio fonetico generale di tutte le tecniche poetiche” (che venne pubblicato solo nel 1963, precisamente trent’anni dopo la sua morte), nel quale egli sintetizzò una definizione operativa del trasmentale: “Il trasmentale come principio o come una sottospecie a parte (indipendente) delle opere poetiche esiste e ha tutto il diritto di esistere, essendo il più puro e il più poetico… tipo di poesia: nel trasmentale (sottinteso come istanza estrema e come forma ideale del trasmentale: senza significato alcuno delle parole) tutta l’energia creatrice e tutta l’attenzione del recipiente (lettore o ascoltatore) sono indirizzate verso l’aspetto formale (sonoro) della parola” (Polivanov E. Oбщий фонетический принцип всякой поэтической техники // Вопросы язъґкознания. 1963. № 1. :101). Sergej Sigej, lo studioso contemporaneo dell’avanguardia russa, considera il trasmentale in questo modo: “Il trasmentale è la seconda Parusia della concezione poetica…”(Сигей С. Беседы в близине Миргорода // Поэтика руццкого авангарда. Тамбов, 1993./ Спецвыпуск журнала «Кредо». № 3-4/:44). È inconfutabile che il trasmentale venga incorporato nella poesia moderna in tutte le lingue come un elemento specifico della cultura, equiparato a tutti gli altri elementi che la costituiscono.

Nella lingua inglese il sintagma “lingua trasmentale” di solito viene tradotto come “lingua transrazionale”, come l’atto dell’infilarsi, del diffondersi del trasmentale nella “mente”, come se si tocassero i suoi strati più profondi, i quali ci dimostrano l’importanza della sensibilità dell’arte della parola, che forse presuppone una comunicazione creativa più produttiva e più completa con l’arte stessa. L’aspetto emotivosensibile della creazione artistica è una sfera che ancora non ha ricevuto il rispetto e l’attenzione che merita. Forse, proprio tramite le riconsiderazioni sul fenomeno del trasmentale e sulla sua importanza per la letteratura, si apriranno nuove pagine per stendere il pensiero della letteratura e questo si deve indiscutibilmente anche ai futuristi russi.

Traduzione dal macedone: Viktorija Damcevska