Istituto Dante Alighieri, Skopje

In omaggio a Federico Fellini

Il Comitato Dante Alighieri di Skopje da dicembre 2010 ha cominciato a organizzare la proiezione dei film di Fellini per celebrare il novantesimo anniversario della nascita di questo grande maestro del cinema.

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Federico Fellini è nato nel 1920 a Rimini. Dopo la partenza dal luogo di nascita, si stabilisce a Roma dove lavora come disegnatore di vignette presso la “Domenica del Corriere“. Continua la sua carriera come scrittore sconosciuto di copioni fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando comincia a lavorare sui copioni di alcuni dei più importanti film del Neorealismo: insieme a Roberto Rossellini, scrive i capolavori Roma città aperta, Paisà ecc. Il suo primo film, Lo sceicco bianco, risale al 1952. In questo film, Fellini affonda il suo sguardo ironico e partecipe all’interno del mondo piccolo-borghese. Con I Vitelloni il regista varca i confini nazionali e viene conosciuto all’estero. Nel 1954 vince il primo Oscar per La strada. Questo film racconta la storia di due artisti girovaghi che attraversano l’Italia negli anni ‘50 ed il loro rapporto particolare.

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Il secondo Oscar arriva nel 1957 per Le notti di Cabiria. Come in La strada la protagonista è Giulietta Masina che ha avuto ruoli di diversa importanza in tutti i primi film del marito. Con La dolce vita del 1959, Fellini vince la Palma D’oro a Cannes, ma alla sua uscita il film fa scandalo, soprattutto per la presentazione di scene erotiche, ma anche per la presentazione di scene dove Fellini dimostra la caduta dei valori della società contemporanea. Ciò nonostante, il film ebbe grande successo soprattutto all’estero e anche oggi viene ricordata la mitica scena di Anita Ekberg nelle acque della Fontana di Trevi.

Nel 1963 Fellini gira 8 ½ , con il quale forse raggiunge il momento più alto della sua arte. Il film, che vince l’Oscar per il miglior film straniero e per i costumi, tratta la storia di un regista che racconta le sue crisi come uomo e autore, le paure e le aspettative, la fatica di far convivere i fantasmi del passato con il presente. I critici pensano che la storia del regista proiettata nel protagonista Guido Anselmi sia infatti la storia dello stesso Fellini. Il suo successivo lavoro artistico è marcato dai film che rispecchiano la Rimini del passato e la Roma del presente: I Clowns (1970), Roma (1972) finchè, nel 1973, vince l’Oscar per Amarcord.

Seguono i film che rappresentano una metafora della vita contemporanea: Prova d’orchestra (1979), La città delle donne (1980), E la nave va (1983) ecc. Nel suo ultimo film, La voce della luna (1990), nel ritorno del protagonista in campagna, si rispecchia la nostalgia di Fellini per una cultura diversa, fatta di dubbi ma anche di magia. Qualche mese prima di morire nel 1993, riceve il quinto Oscar, quello alla carriera. In una intervista di Oriana Fallaci fatta a Milano nel febbraio del 1963, il Maestro, con grande sincerità e amore, racconta la sua filosofia di vita e la sua volontà decisiva di rimanere in Italia: “Io sono questo e sono contento di essere questo. Voglio smetterla di costruire miti su di me, voglio vedermi come sono: bugiardo, incoerente, ipocrita, vile … Voglio piantarla di problematizzare la vita, voglio mettermi in condizioni di amarla, di saper amare tutto. E insomma lo dice Sant’Agostino: “Ama e fai quello che vuoi“. In America continuano a rivolgermi inviti, a offrirmi somme da capogiro, ma perché dovrei andare fuori? Non ho bisogno di stimoli esteriori: il mio Paese, le mie campagne, la gente che conosco è ancora sufficiente a stimolarmi, che ci vo a fare a New York o a Bangkok? Il mio posto è in questa Italia cattolica.“

Fellini era molto apprezzato da parte dei suoi colleghi. I grandi registi come lo svedese Ingmar Bergman e il giapponese Akira Kurosawa lo ammiravano molto, dicevano di lui che fosse un regista straordinario. Oltre che dai colleghi, Fellini era molto apprezzato anche da parte di coloro che lavoravano nei suoi film: Anita Ekberg, Marcello Mastroianni, Sandra Milo, la quale dichiarò :

“Fellini viveva la vita come un artista non come un uomo. Da una parte c’era il grande regista e, dall’altra, un uomo irrealizzato. L’arte e il cinema erano la mamma, un grande ventre che lo proteggeva e gli permetteva di essere un artista. Ma l’uomo non è mai cresciuto, è sempre rimasto bambino: e mentre l’artista diventava enorme, l’uomo rimaneva piccolo. Un genio bambino.“

Nel 1995 la sorella di Fellini, Maddalena, in collaborazione con il Comune di Rimini, ha istituito la Fondazione “Federico Fellini“, laquale intende a promuovere l’opera di questo grande autore. A tal proposito è stata prevista tutta una serie di iniziative, tra le quali anche la fondazione di un Centro di studi felliniani.

Dragana Kazandziovska