I FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2020 NELLE PRESENTAZIONI
DEI LETTORI DEL CIRCOLO DI SKOPJE
Il circolo dei lettori di Skopje ha aderito con grande entusiasmo al progetto La Dante al Premio Strega 2020, nell’ambito del quale ciascun lettore avrebbe dovuto leggere e giudicare una delle 12 opere finaliste al concorso. Elena, Ruska, Vladimir, Anastasija, Marco, Liliana, Katarina, Alessio, Ana, Kristijan, Aneta, Jovana, Dragana, Andrijana R. e Andrijana T, hanno letto, commentato ed esposto i romanzi scelti, con molta competenza, e grande passione, esaminandoli a volte al pari dell’occhio acuto di critici letterari. Nelle loro analisi sono state messe in evidenza molte specificità dei libri in gara, assieme a una caratteristica comune alla maggioranza dei romanzi, ovvero “l’autobiografismo” che quest’anno sembrava predominare sugli altri discorsi narrativi (Bazzi, Mencarelli, Barone, Lupo). I lettori di Skopje hanno inoltre saputo apprezzare la fedele rappresentazione della storia e della società italiane a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso fino ai giorni nostri, presente in un paio di romanzi, trovandola particolarmente utile per i lettori all’estero, permettendogli di approfondire le proprie conoscenze della realtà italiana. Realizzando questo progetto nel periodo complicato della pandemia Covid 19, e in particolare durante la quarantena, il circolo dei lettori di Skopje è riuscito in qualche modo a sfidare le ansie e le paure della quotidianità, decidendo di seguire il saggio consiglio di Umberto Eco che diceva:
“Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto migliaia di altre: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’Infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.”
Di seguito riportiamo alcune impressioni tratte dalle letture delle opere dei 12 finalisti in gara.
Vladimir ha presentato il romanzo Città sommersa di Marta Barone, giudicandola “un’opera che si scrive solamente una volta nella vita”. Sottolineando la ricerca e la memoria quali temi principali di questo romanzo, egli ha osservato che “nessuna fiction può superare una storia vera, soprattutto se raccontata con successo,” come quella della Barone. Jovana, che ha letto e presentato con grande entusiasmo lo stesso romanzo, lo ha trovato “oscillante tra la categoria del romanzo autobiografico e quello biografico”, perché secondo il suo parere “l’opera della Barone rappresenta un viaggio retrospettivo e nello stesso tempo introspettivo dell’autrice, guidato dalle tracce lasciate dal padre carismatico, scomparso di recente”. L’opera rappresenta inoltre una storia coinvolgente, raccontata su un ricco sfondo storico, che fa ‟rivivere” al lettore il clima sociale dell’epoca raccontata, ovvero, il difficile periodo degli “anni di piombo”.
Passiamo ad Almarina di Valeria Parrella, che nell’esposizione di Elena, viene ritenuto un romanzo “breve, intenso, intimo e profondo, che parla di dolore e di rinascita, del risorgere dopo momenti difficili e traumatici.” Ma Almarina ѐ anche un romanzo molto attuale, che parla dell’amicizia e delle assurdità delle burocrazie, e che promette un futuro migliore per i due personaggi: la professoressa Elisabetta e la sua allieva rumena, Almarina. Insomma,“una lettura che travolge e coinvolge, ricca di sensibilità e di introspezione”.
Nella presentazione di Anastasija il romanzo di Gianrico Carofiglio, Misura del tempo, è stato definito quale “il solito thriller legale”, tipico per questo autore. Questo romanzo, felicemente ambientato a Bari e dintorni, ruota attorno a due temi principali: quello del tempo (“esteso per i giovani, veloce quando si invecchia”) e della verità (di cui viene in particolare sottolineata la relatività della percezione). Un’opera nella quale s’intrecciano l’accurata investigazione giudiziaria del protagonista Guido Guerrieri con i ricordi di un suo grande amore giovanile. Scritto in modo assai scorrevole e di facile lettura, è chiaro che questo potrebbe essere il libro ideale da leggere anche nel periodo delle vacanze estive.
Il romanzo di Silvia Balestra, La nuova stagione, nell’esposizione di Liljana, è “un romanzo elaborato, ambizioso, omaggio alla terra natia (Le Marche) e a un mondo che sta per scomparire”, che però “può lasciare indifferente chi non lo conosce”. Le vicende ruotano attorno a un unico evento: la vendita dei terreni della famiglia Gentile da parte delle eredi Nadia e Olga. Punti forti del romanzo: “spiritoso, cinico, poetico”; punti deboli: “a volte tedioso, con micro narrazioni a volte strutturate in modo sproporzionato”.
Presentato da Ruska, Febbre di Jonathan Bazzi, è “il romanzo di un ragazzo sulla trentina, gay felicemente fidanzato, maestro di yoga e studente universitario, che scopre di essere sieropositivo”. Nell’opera vengono individuati due percorsi narrativi: una nel presente, che narra gli eventi sopraccitati, e l’altra nel passato, che racconta l’infanzia e l’adolescenza del protagonista. La lettrice trova questo romanzo troppo veloce, e a tratti poco approfondito, ma apprezza il fatto che alla fine ”regala al lettore un senso di ottimismo e di speranza”.
Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari nella presentazione di Marco risulta essere “un elegante romanzo di formazione”, ambientato tra l’anonima realtà di Milano e la colorita campagna vicino Querciano. Sul piano temporale la vicenda abbraccia un arco di circa un ventennio, dalla fine degli anni Quaranta al boom economico degli anni Sessanta, “tutto strutturato in una prosa raffinata e scaltrita dell’autore, che sa entrare nelle pieghe dell’animo del protagonista”. Presentando lo stesso romanzo, Alessio lo definisce “quasi un romanzo storico, scritto con profondità e grande accuratezza, in certi tratti dal sapore vagamente cinematografico.” Qui, secondo lui, “la Storia d’Italia si annoda a quella del protagonista”, facendo vedere “il confronto tra le due principali culture politiche del dopoguerra, quella cattolica e quella socialista-comunista.”
Un altro romanzo di formazione, Giovanissimi di Alessio Forgione, nell’esposizione di Ana “narra la storia di una crescita che, per essere portata a termine con successo, implica sia il distacco dalla prima infanzia, sia la rinuncia ai sogni e alle illusioni dell’età infantile”. Il protagonista Marco, detto Marocco per i suoi capelli ricci e la carnagione scura, soffre l’abbandono da parte della madre, ma crescendo, raggiunge la fase della guarigione, ovvero dell’accettazione della vita.
Anche il romanzo Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli ci regala, nell’entusiastica presentazione di Katarina, “pagine di grandi emozioni e di forte empatia”. La vicenda autobiografica del protagonista Daniele segue la sua esperienza in un ospedale psichiatrico quando, all’età di vent’anni, si vede costretto ad affrontare un trattamento sanitario obbligatorio. La nostra lettrice ha trovato particolarmente interessanti le riflessioni dell’autore sulla natura delle malattie mentali, come quando egli sostiene che la paura d’impazzire sia peggio della pazzia stessa, perché “semmai è da pazzi pensare che un uomo non debba mai andare in crisi.” Presentando lo stesso romanzo, Dragana suggerisce che la salvezza potrebbe trovarsi nell’amore, così come nella scrittura, dato che «gli artisti hanno in comune con i pazzi una cosa: nessuno può dirgli cosa guardare e come guardarla – chiamala libertà se vuoi». Di quest’opera la nostra lettrice ha apprezzato in particolare il linguaggio, “quasi ermetico nella sua limpidezza”, come anche l’aspetto poetico della vicenda narratologica”. Dopo che gli era stato chiesto in un’occasione sulla convivenza del poeta e del narratore nella sua figura d’autore, Mencarelli aveva risposto in modo metaforico: “si tratta di due amanti che si lavano la schiena reciprocamente.”
Un altro romanzo autobiografico, ma anche di formazione è, secondo il parere di Andrijana R., Breve storia del mio silenzio di Giuseppe Lupo, paragonato per diversi aspetti al Lessico famigliare di Natalia Ginzburg. La nostra lettrice sottolinea la bravura dello scrittore nelle descrizioni dei personaggi, “dove anche i gesti più semplici diventano tratti centrali che li inquadrano perfettamente e sono propri del loro carattere.” Il silenzio del giovane protagonista non è solo il simbolo del trauma vissuto a seguito del nuovo arrivo in famiglia, ma è piuttosto visto come “un emblema dell’Odissea dello scrittore alla ricerca della sua voce narrante”.
Proseguiamo con il romanzo di Sandro Veronesi, Il colibrì, una potente storia che racconta e riflette le dinamiche dei rapporti famigliari, tra cui domina la stabilità del protagonista, padre e nonno Marco Carrera, e che è risultato essere fra i favoriti per alcuni lettori del circolo di Skopje. Questo libro è stato stimato da Kristijan come “una struttura molto audace piena di balzi avanti e indietro nel tempo”, alla quale forse mancava “solo un uso più frequente del discorso diretto”. Il simbolo dell’immobilità dell’uccello, presente nel titolo del romanzo, si rivela ideale a presentare la figura del protagonista del romanzo, che sa sempre esserci per le persone a cui vuole bene, una vera “colonna portante” della sua famiglia. Comunque, si tratta di una narrazione “ricca di potenti tecniche letterarie” (come la teoria dei cicloni, la pistola di Cechov ecc.), che infine, a differenza di molti altri romanzi in gara, riesce a rimanere nella zona della fiction, e a riacquistare la fiducia nel genere del romanzo.
L’opera di Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, nella presentazione di Aneta, racconta la storia degli ultimi cento anni dell`Italia vista con gli occhi di “uno degli ultimi”. Affrontando i temi della povertà e del lavoro, questo racconto mette al centro le dinamiche politiche e sociali del Novecento viste dalla prospettiva del “misero ma buono”. In questa galleria di emarginati e oppressi Liborio transita intessendo sempre rapporti di appassionata solidarietà, che alleggeriscono il peso della sua immensa solitudine.
Andrijana T. ha presentato L’apprendista di Gian Mario Villalta, che secondo lei narra “una storia coinvolgente, con una trama semplice che accuriosisce.” Attraverso le chiacchiere e i ricordi dei due personaggi legati al mondo della chiesa, rimaniamo coinvolti nelle loro vite passate, ma anche nel loro presente. Il linguaggio che usa l’autore, secondo Andrijana è “facile, della vita quotidiana, il che rende la lettura scorrevole, anche se un po’ lenta”.
Dopo il vivace dibattito i lettori di Skopje hanno individuato quattro romanzi per il secondo turno di votazioni, che hanno infine visto la seguente suddivisione, secondo l’ordine delle preferenze:
– Daniele Mencarelli con il romanzo Tutto chiede salvezza,
– Marta Barone con la Città sommersa,
– Gian Arturo Ferrari con il Ragazzo italiano e
– Sandro Veronesi con Il colibrì.
Infine è stato per noi un piacere poter constatare che due delle preferenze espresse sono risultate vincitrici in tre categorie del Premio, ovvero:
– Sandro Veronesi è stato eletto quale Autore della Dante 2020
– Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli ha vinto il Premio Strega Giovani 2020
– Il colibrì di Sandro Veronesi ha vinto il grande Premio Strega 2020.
Prof. Anastasija Gjurcinova