Abbiamo l’onore per l’ennesima volta di rendere il doveroso omaggio al professore Boris Petkovski, un eccelso storico d’arte, un professore di massima abnegazione, un attivo operatore culturale e un membro stimato ed onorato della nostra collettività, ma anche della nostra comunità. Benché oggi ci divide una certa distanza di tempo dalla sua partenza nell’immortalità, ci rimane tuttora l’incarico di prendere in esame i numerosi conseguimenti del professore Boris Petkovski, e di dare conferma anche degli effetti e dell’emanazione che si diffonde ancora dalle sue opere.
Per esempio, sino ad oggi non si è discusso abbastanza sull’importanza del professore dr. Petkovski circa la difesa e l’affermazione nella seconda metà degli anni Cinquanta dell’arte moderna quando sui nostri periodici apparvero i suoi primi articoli relativi alle belle arti. In quegli anni la lotta per la sdogmatizzazione della cultura macedone era ancora in corso, e le opposizioni all’arte moderna – sia quelle ufficiali, ideologiche, che quelle insite nel nostro ambiente come conseguenza dell’insufficenza di informazioni e delle restrizioni – erano ancora pressanti. In quei tempi Boris Petkovski si definì a favore della modernità, dello spirito nuovo, aprendo gli spazi a dei valori e degli orizzonti nuovi. L’accademico Vlada Urosevich ebbe a dire: “La vittoria finale delle tendenze che ci avrebbero portato incontro al mondo e incontro alla contemporaneità deve moltissimo a Boris Petkovski che nel momento giusto si impegnò nella lotta per la rivolta culturale. Per una tale impresa Petkovski possedeva l’erudizione, l’informazione, il senso, il gusto, ma anche il coraggio, la determinatezza, la costanza e la tenacia di persistervi.”
A conferma dell’evidente disinteresse e abnegazione di quelle sue qualità è stato il ben noto impegno e lo zelo istoricamente importante del professore Petkovski come fondatore e primo direttore del Museo di arte contemporanea di Skopje, subito dopo il disastroso terremoto che nel 1963 colpì la capitale del nostro Paese. Allora, in quelle condizioni difficili imposte da quella calamità naturale, Boris Petkovski si mise a capo dell’iniziativa per istituire un museo – il primo da noi – che nacque come il frutto della solidarietà jugoslava e internazionale verso la città in rovina. Con forte impeto e passione promosse la campagna per la raccolta di opere d’arte. Grazie ai suoi contatti personali e alla sua comunicativa, all’iniziativa e la devota dedizione del professore Boris Petkovski a quest’idea, Skopje riuscì a ricavare una collezione tanto ricca, svariata e universale. In questa raccolta di opere dei maggiori maestri dell’arte contemporanea del XX secolo, unica per le sue dimensioni e qualità, Petkovski investì tutte le sue energie, l’entusiasmo e le sue facoltà organizzative, affinché fosse sistemata, collocata adeguatamente, organizzata, elaborata, e da ultimo degnamente presentata. Il che significava bandire un concorso per il progetto architettonico del Museo, in seguito la sua costruzione, la formazione del primo circolo di collaboratori, ed infine la realizzazione della prima esposizione.
In poche parole, l’impegno missionario del professore dr. Boris Petkovski ha creato non solo una sublime istituzione culturale, ma ha contribuito anche alla creazione della sua fisionomia distintiva che in breve tempo ottenne un’alta stima tra il pubblico jugoslavo e internazionale. La sua erudizione ha appoggiato di gran misura la nostra integrazione nella mappa delle arti contemporanee europea e mondiale.
Temprato da un’esperienza inestimabile, acquisita durante le sue funzioni di direttore del Museo, e armato delle nozioni apprese durante i suoi soggiorni di studio in Francia ed in altri Paesi europei, Boris Petkovski divenne poi professore alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Skopje, dove trasferì il suo fervore operativo. Il risultato dell’attività di pedagogo del professore Petkovski sono diverse generazioni di storici d’arte, avviati a capire, a studiare e a rispettare l’arte moderna. Il professore Petkovski spronava, motivava, indirizzava e ispirava i propri studenti, esendo lui stesso sempre attivo e presente nell’ambito dell’arte contemporanea, perseverando nell’affermazione dell’arte macedone nel nostro Paese e nel mondo.
L’attività scientifica di ricerca del professore Boris Petkovski è stata intensa e continua. Ne sono testimi il gran numero di importanti contributi nelle riviste scientifiche, le monografie, i progetti, i convegni e i congressi scientifici organizzati da lui nel nostro Paese e all’estero. Boris Petkovski ha lasciato dietro di sé numerose considerazioni scientifiche, eccezionalmente importanti e nel contempo pioneristiche, sulle attività artistiche del XX secolo nel territorio della Macedonia, esaminando i primi tentativi della nostra arte moderna di liberarsi dalla tradizione del retaggio bizantino e di accogliere gli influssi delle correnti contemporanee europee. Determinando gli influssi europei sull’arte contemporanea macedone, il professor Petkovski, grazie alle osservazioni obiettive ed analitiche, come pure agli studi fondamentali, ha tracciato con successo un scintigramma degli esordi dell’arte contemporanea macedone, osservata nella varietà delle calligrafie dei suoi istitutori. Accanto alle altre molteplici opere rimane come un pilastro cardinale la sua attività capitale: la presentazione del percorso creativo e di vita di Nikola Martinovski che proprio grazie all’ampio studio di Boris Petkovski ha trovato la sua giusta collocazione nella storia dell’arte nazionale.
La storia dell’arte figurativa macedone del XX se
colo è indissolubilmente legata all’attività di Petkovski – i suoi periodizzamenti, le classificazioni, le interpretazioni e le valutazioni sono inevitabili per ogni accesso serio a tale materia. Nel corso di un cinquantennio Boris Petkovski è stato un osservatore attento, fedele, coerente della vita artistica del nostro Paese. Dal periodo tra le due guerre ai tempi più recenti Petkovski ha esplorato e indagato i fenomeni e le tendenze dell’arte figurativa, seguendone i cambiamenti, sceverandone ciò che riteneva più caratteristico e più valido, dando delle definizioni ai singoli periodi e alle singole attività creative. Grazie a questi suoi impegni e diligenze Petkovski riuscì ad portare a termine alcuni progetti essenziali per conto della Accademia delle scienze e delle arti (MANU). Per i suoi conseguimenti accademici e per i suoi risultati, il professore Boris Petkovski è stato insignito di vari premi e onorificenze pubbliche notabili.
Adempiendo la funzione della concreta attuazione, ma anche dell’affermazione sociale del pensiero scientifico, Petkovski è stato membro di varie organizzazioni e associazioni di artisti, delle quali per un certo periodo tenne anche la presidenza. Il suo credito e la sua autorevolezza negli ambienti delle scienze e delle arti nel nostro Paese e all’estero hanno concorso affinché fosse designato a varie funzioni di responsabilità nell’ambito culturale, orientate in particolare alla collaborazione culturale ed artistica e all’affermazione dell’arte contemporanea macedone fuori dai confini della Macedonia. Ebbe a realizzare questa missione sia quale critico d’arte sia quale presidente dell’AICA, sia quale direttore del Museo di arte contemporanea e infine quale presidente della Commissione per i rapporti culturali con l’estero.
Il professor Boris Petkovski fu un personaggio di erudizione e di cultura europee, poliglotta e zelante, scienziato e professore avveduto, sagace e sempre attivo, sempre nel centro degli avvenimenti e nelle prime linee di battaglia quando si trattava di lottare per la causa dell’arte. Era e rimarrà per sempre uno tra quelli che con la propria attività e abnegazione e con i resultati conseguiti hanno contrassegnato l’epoca della loro esistenza. Siamo fieri del fatto che fosse stato partecipe della nostra collettività e che con la sua copiosa attività e col pensiero scientifico abbia avuto una parte importante nella storia, presente e futura, della Facoltà di Lettere e Filosofia di Skopje.
Traduzione dal macedone: Maria Grazia Cvetkovska