Istituto Dante Alighieri, Skopje

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Il mio primo incontro con Boris Petkovski risale al lontano 1952. Io, in qualità di spettatore di uno spettacolo di opera lirica al Teatro popolare mace­done e Boris membro del corpo di ballo nel ruolo di toreador spagnolo.Tra i membri del corpo di balletto che si esibivano egli attirava subito l’attenzione per la sua altezza, per il suo corpo pieno di grazia e per i mo­vimenti eleganti delle sue braccia e delle sue gambe, per il suo senso innato per la musica, per i suoi linea­menti del volto fortemente marcati, nobili, mediterra­nei. Queste sue caratteristiche fisiche ma anche quelle spirituali combaciavano perfettamente con il ruolo che egli interpretava.

In quei tempi, gli spettacoli teatrali, quelli dell’opera e del balletto furono eventi culturali che non andavano assolutamente persi, soprattutto quelli ese­guiti da persone per i quali il cammino della loro vita e la creazione artistica rappresentavano un insieme unico e inscindibile.

Gli anni sessanta del secolo scorso, giudicati dal punto di vista di oggi, erano tempi in cui in Macedonia scarseggiavano i quadri qualificati in tutte le sfere della vita sociale, ma soprattutto in quella culturale. Così, tutti quelli che mostravano interesse per questo cam­po, trovavano subito lavoro in quei pochi enti culturali che c’erano all’epoca. La maggior parte di questi giova­ni aveva un posto di lavoro fisso ma allo stesso tempo erano iscritti all’Università. Questo fu il caso anche del giovane Boris Petkovski, studente regolarmente iscritto al gruppo di Storia dell’arte alla Facoltà di Filosofia e membro allo stesso tempo del Balletto del Teatro po­polare macedone.

Quando lo conobbi, ancora studente universita­rio, mi colpì subito per il suo approccio serio e molto profondo non soltanto nei confronti della materia che seguivamo insieme durante le nostre lezioni, ma anche per le sue conoscenze e per la sua grande curiosità per l’appagamento delle quali gli veniva in aiuto la sua ot­tima conoscenza del francese e dell’italiano e di altre lingue di ceppo slavo. Ciò gli consentiva di consultare senz’alcun problema quella letteratura che gli era utile per le sue ricerche nell’ambito della storia dell’arte.

E’ ovvio che quel suo poliglottismo e quelle sue passioni aristiche, spirituali e intelettuali, che egli senz’alcun dubbio possedeva, fu un caso raro se non unico tra gli studenti della Storia dell’arte alla Facoltà di Filosofia di Skopje. Il suo seguire degli eventi arti­stici più importanti nel mondo, lo faceva apparire non solo nei miei occhi ma anche negli occhi di quanti lo conoscevano, uno dei più capaci, e io direi uno dei più preparati studenti del nostro gruppo. Fu un vero piacere ascoltare le sue discussioni durante le ore del seminario. Gli esempi che egli ci proponeva, erano una novità assoluta per gli altri studenti, ma spesso anche per i professori. Nonostante le sue capacità di cui egli era comunque consapevole non ha mai mostrato arro­ganza o superbia. Era una persona piuttosto modesta, semplice, sempre pronto a discutere su qualsiasi argo­mento legato all’arte e aiutava con molta generosità chi ne aveva bisogno. Era un uomo di grande maestria e di estro creativo, un vero artista in tutti i sensi.

Come consorte aveva un’artista di talento e peda­gogo di balletto di prima classe, la sua amata moglie Tanja Petkovska, professore universitario, ora in pen­sione, che all’epoca insegnava i movimenti scenici e danza alla Facoltà di Arti drammatiche.

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Boris Petkovski si laureò nel 1956 alla Facoltà di Filosofia a Skopje. Appena laureato, nei quotidiani, cominciano a uscire i suoi testi sull’arte, sulla cultura e sulla filosofia. Inizia con la sua attività scientifica e pro­fessionale nel 1960 e realizza molti soggiorni di studio in vari paesi europei e, più tardi, anche negli Stati Uniti d’America in qualità di ospite del Governo americano. In seguito al soggiorno a Parigi, al Museo nazionale d’arte moderna e all’Istituto Colège de France (dove collabora con il famoso Jean Cassou e con Bernard Dorival) gli si aprono nuovi orizzonti, acquisisce nuo­ve conoscenze che rafforzano il suo amore per l’arte contemporanea in generale, e particolarmente per le specificità dell’arte contemporanea macedone.

Uno dei momenti più importanti della sua vita

 

 

è, senz’alcun dubbio, legato all’anno 1963. Nei giorni che seguironno il terremoto catastrofale che distrusse la città di Skopje, mentre la gente pensava a come ri­solvere i problemi esistenziali, egli era preso da un’idea alquanto insolita: creare le condizioni necessarie per la fondazione del Museo d’arte contemporanea a Skopje. Questa idea diventa il suo sogno e il suo desiderio ar­dente. Insieme ad altri sostenitori di questa idea, che egli stesso aveva reclutato, ha creato un comitato di iniziativa per la fondazione del Museo d’arte contem­poranea di cui era anche segretario. Dal 1964 al 1976 ha ricoperto la carica di direttore della nuova istituzio­ne. Con lui, come direttore, e con la sentita solidarietà internazionale, il Museo ha creato una collezione di alcune migliaia di opere d’arte di numerosi pittori del mondo intero. In quel periodo è stato costruito anche l’edificio che ospita tuttora il Museo il quale, nell’ambi­to delle sue attività, ha allestito più di 250 mostre d’ar­te macedone e estera. In quel periodo, contemporane­amente alle sue attività abituali al Museo, egli lavora sulla sua tesi di dottorato dedicata alla vita e all’opera del sommo pittore macedone Nikola Martinoski. Boris Petkovski discusse con successo il suo dottorato alla Facoltà di Filosofia a Belgrado nel 1975, davanti a una commissione scientifica altamente rinomata, capeg­giata dal suo mentore, il prof. Lazar Trifunović. In quel periodo inizia la sua carriera universitaria: dal 1970 al 1972 insegna la storia dell’arte alla Scuola superiore di musica; dalla fine del 1976 fino al 1996 alla Facoltà di Filosofia a Skopje all’Istituto della storia dell’arte con archeologia insegna L’arte moderna, Le arti dei popoli e delle nazionalità della RFSJ, L’arte del popolo macedone dopo l’anno 1900, Storia ge­nerale dell’arte – nuovo secolo e museologia. In seguito al suo pensionamento, avvenuto nel 1996, egli continua a lavorare come mentore e membro di varie commissioni per la discussione di tesi di master e di dottorato, scrive e pubblica libri e partecipa alla realiz­zazione di diversi progetti scientifici.

Nel 1991 e poi nel 2002 è stato invitato dall’Istitu­to Universitario Orientale a Napoli in veste di professo­re a contratto, dove ha tenuto lezioni sull’arte moderna europea e macedone. Inoltre, Boris Petkovski ha tenuto vari cicli di lezioni alle Università di: Hale, Sofia, Belgra­do, Roma, Torino, Bruxelles ecc.

Petkovski è stato più volte nominato direttore dell’Istituto della storia dell’arte con archeologia pres­so la Facoltà di Filosofia a Skopje nonché membro di vari consigli e comitati nell’ambito di quest’ultima.

Dal 1986 al 1989 ha esercitato la carica di presi­dente della Commissione per le relazioni culturali con l’estero. Grazie a lui, in quel periodo, sono state realiz­zate numerose e importanti attività volte alla promo­zione della cultura macedone nel mondo.

Dedito all’affermazione della creazione artistica della Macedonia all’interno del paese e al di fuori dei suoi confini, Boris Petkovski partecipa a vari congressi e convegni scientifici, dove i suoi contributi vengono seguiti con particolare interesse. Egli, in qualità di membro e, per un certo periodo, di presidente dell’As­sociazione macedone dei critici dell’arte, organizza e partecipa a numerosi convegni e congressi in Francia (Parigi), poi in Romania, Grecia, Belgio, Ungheria e in altri paesi. Sotto il patronato della Commissione della Repubblica per le relazioni culturali con l’estero, nel 1983 ha organizzato un incontro scientifico italo-yugoslavo a Roma.

A partire dal 1971, Petkovski lavora su vari proget­ti scientifici tra cui: „La Pittura in Macedonia dall’arrivo degli Slavi fino ad oggi”; dirige le due fasi della realiz­zazione del progetto presso l’Istituto di storia dell’arte e di archeologia presso la Facoltà di Filosofia sul tema „L’arte monumentale in Macedonia nel XX secolo“, che si conclude nel 1998 godina. Egli ha preso parte attiva a vari progetti scientifici del programma dell’Accademia delle scienze e delle belle arti macedone, come ad es.: „La storia e la cultura sul suolo macedone “ e „La lette­ratura e l’arte macedoni nel XIX e nel XX secolo“.

Dalla bibliografia relativa all’attività del prof. Boris Petkovski, si desume che egli, nella sua vita di scien­ziato e di ricercatore, ha pubblicato centinaia di opere, di cui la maggior parte legata all’interpretazione scien­tifica dell’arte macedone ma anche quella mondiale (critiche, prefazioni, trattati, monografie, libri sull’arte macedone contemporanea, libri contenenti testi scelti sull’arte macedone ecc.).

Per i suoi preziosissimi apporti nel campo scien­tifico, Boris Petkovski è annoverato tra i pochi storici dell’arte che hanno lasciato delle testimonianze di va­lore inestimabile e delle considerazioni capitali sia sulla creazione artistica contemporanea macedone in gene­rale sia su un gran numero di artisti nel campo dell’arte figurativa e di fautori nel settore culturale.

Per il suo operato nel campo scientifico e per il suo impegno nella società, a Boris Petkovski sono stati con­feriti molti premi, onorificenze, riconoscenze tra cui: Il premio di Novembre della città di Skopje (1977); Il pre­mio d’ottobre per la scienza (1983); Medaglia al merito con ghirlanda d’oro della RFSJ (1989); Medaglia del Governo francese (1984); Targhetta d’oro della Facoltà di Filosofia (1996); Il premio di Novembre della città di Skopje (2004) ecc.

Con la scomparsa prematura del prof. Boris Petko­vski la scienza macedone, la storia dell’arte e la cultura macedone in generale, hanno perso un personaggio unico, irrepetibile per il suo entusiasmo, per la sua perseveranza, onestà e umanità, hanno perso uno dei sommi scienziati, studiosi, un brillante conoscitore, intepretatore e affermatore dell’arte contemporanea macedone e mondiale.

Sono profondamente convinto che la sua opera perdurerà nel tempo e continuerà ad essere un faro ai giovani storici dell’arte e agli studiosi, all’educazione universale dei quali Boris non smise di dedicarsi fino agli ultimi giorni della sua vita.

Traduzione dal macedone: Radica Nikodinovska