Istituto Dante Alighieri, Skopje

VINCITORE PREMIO STREGA 2016

La scuola cattolica di Edoardo Albinati, edito da Rizzoli, ha vinto il 70esimo Premio Strega! Nessuna sorpresa, nessuna suspense. Eccezionalmente alla Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma, invece che al Ninfeo di Villa Giulia, tra i cinque finalisti del 2016: Edoardo Albinati, Eraldo Affinati, Vittorio Sermonti, Giordano Meacci, ed Elena Stancanelli. Albinati aveva già stracciato ogni concorrenza senza essere ancora salito sul palco per presentare la propria candidatura.

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“Sono solo un redattore di questo libro. Ringrazio chi ha avuto l’idea, due emissari dell’editore che mi hanno convinto a continuare quando stavo mollando, le quattro donne, anzi cinque, che hanno riletto il romanzo e mi hanno aiutato”, ha dichiarato Albinati con in mano la tradizionale bottiglia di liquore data in dono al vincitore e davanti al naso i flash dei fotografi.

La scuola cattolica, 1294 pagine, è stato definito da Christian Raimo un “romanzo bulimico che cerca, impossibilmente, di fare i conti una volta per tutte con gli atti e le ideologie di quella generazione diventata adulta negli anni settanta tra crisi dei valori borghesi ed esplosione della violenza non solo politica”. Ambientato negli anni settanta nel quartiere Trieste a Roma, il testo autobiografico vincitore dello Strega 2016 mescola vita borghese, cultura maschilista, ma soprattutto cultura cattolica proveniente dall’istituto frequentato dallo stesso Albinati, e all’epoca da quelli che divennero gli assassini della strage del Circeo: Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira.

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“Nascere maschi è una malattia incurabile”, scrive Albinati in un passaggio del romanzo, e proprio prima di ricevere lo Strega aggiunge a voce: “Questo libro racconta di quelle famiglie in cui un figlio esce basso, l’altro magro, uno con gli occhi scuri, uno chiari. Da questa scuola escono campioni del pensiero, assassini, industriali”. “Lo scrittore mette insieme le cose, non dà le spiegazioni causali”, aveva dichiarato in un’intervista l’autore romano, classe ’56, sceneggiatore dell’ultimo Racconto dei racconti di Matteo Garrone. “Io non dico che uno ha ucciso una ragazza perché era figlio di un avvocato o perché andava a scuola dai preti, sarebbe ridicolo farlo e mi guardo bene dal farlo. Mi limito a mettere insieme pagine e pagine, anche perché la scrittura è questo, ovvero una lunga fase di connessione di cose diverse e disparate tra di loro, creando quasi una sorta di spirale, dei giri sempre più profondi dentro questa realtà”.

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La scuola cattolica è stato “presentato” ai votanti dello Strega da Sandro Veronesi che ha partecipato alla serata dell’Auditorium con la stessa, discutibile, camicia che indossò nel 2006 quando vinse con Caos Calmo (Bompiani). Francesco Piccolo, altro vincitore dello Strega nel recente passato – Il desiderio di essere come tutti (Einaudi, 2014) – sul palco a presentare Elena Stancanelli e il suo libro finalista La femmina nuda (La nave di Teseo), ha ricordato con convinzione e raccogliendo un lungo applauso che “lo Strega deve tornare al Ninfeo di Villa Giulia”. Infine Rizzoli torna alla vittoria dopo tre anni, quando fu Walter Siti e il suo Resistere non serve a niente. Il gruppo Rizzoli, legatosi indissolubilmente a Mondadori dall’inverno scorso, raggiunge così gli 11 Strega vinti dal 1947 ad oggi, avvicinando Einaudi che ne ha 13.