Istituto Dante Alighieri, Skopje

Marmittone e il web

I giornali possono correggere gli errori diffusi in Internet. E la rete è in grado di controllare la stampa. Un esercizio da insegnare a scuola
Nella scorsa bustina lanciavo un appello ai giornali. Siccome è notorio che sul web ci sono siti seri e attendibili e altri che veicolano bufale o addirittura immonde menzogne, come i siti neonazi e negazionisti, perché i giornali, invece di dare tante notizie su varie leggende che circolano su Internet non iniziano una operazione di recensione quotidiana (come con i libri e con i film) per segnalare i siti virtuosi e denunciare quelli inattendibili? Sapevo che una impresa del genere avrebbe implicato un arricchimento redazionale o l’assunzione di esperti esterni, ma il gioco vale la candela.

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Giorni fa su “Repubblica” Michele Serra riprendeva l’argomento e scriveva che, in linea di principio, lui sarebbe favorevole all’iniziativa, ma riteneva che questa potrebbe servire ai lettori abituali della carta stampata; gli altri, tutti coloro che non leggono più i giornali e non guardano la televisione, e cioè moltissimi giovani, rimarrebbero estranei a questa bella iniziativa.
Ora, atteniamoci a due punti fermi: e cioè che né io né Serra siamo oracoli e che entrambi non siamo un istituto di statistica. Quindi comincerei a mettere in dubbio una dicotomia tracciata con l’accetta, e cioè quella tra coloro che ogni tanto guardano i giornali e quelli che stanno unicamente sul web. Lui e io siamo esempio di una classe intermedia, ma quanti giovani fanno come noi?
Ammetto che ci sia il navigatore compulsivo che si alza di mattina presto e rimane sino alle due di notte sul web, non ne esce mai e addirittura perde ogni contatto umano. Costui o diventerà un hacker e farà fortuna, o verrà arrestato dalla Cia, oppure rimarrà un asociale del quale ci disinteresseremo, perché parlargli d’altro sarebbe come convincere un tagliagole dell’Is ad andare in pellegrinaggio a Lourdes. Ma tutti gli altri quanti sono?
Sono coloro che magari non leggono le prime pagine dei giornali ma se vogliono andare al cinema quella sera trovano più facile guardare le ultime pagine del quotidiano che trovano in casa che accendere il computer e cercare su Google. E poi ci sono gli insegnanti, con tutti gli scolari e studenti che gli danno ascolto. Mettendo insieme i lettori abituali, la scuola e chi ai giornali ogni tanto dà una scorsa, abbiamo un pubblico molto consistente.
È VERO CHE IL WEB ha la capacità di autocorreggersi, vedi la virtuosa Wikipedia, mentre anche i giornali possono diffondere false notizie. Ecco che trovo sul supplemento settimanale di un grande quotidiano un articolo sulla stampa della guerra 14-18 dove si dice che tra la stampa di guerra c’era anche il Marmittone del “Corriere dei piccoli”, attribuendolo ad Antonio Rubino. È falso, l’autore era Angoletta e Marmittone era il personaggio più antimilitarista mai concepito, pasticcione che finiva inevitabilmente in prigione per colpa di generali ottantenni, altezzosi e baffuti. Ma la stampa può autocorreggersi ed è quello che sto facendo in questo momento. Salvo che a controllare la stampa basta esaminare, che so, qualche decina di pubblicazioni, mentre a controllare tutto il web ce ne vuole (su Marmittone ho trovato 6490 siti – anche se a onor del vero in nessuna delle poche decine che ho esaminato si dice che Marmittone fosse disegnato da Rubino, e quindi talora col web si può controllare la stampa).

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MA, ANCHE A SCUOLA, non sarebbe divertente incitare i ragazzi a controllare la stampa attraverso il web? Così imparerebbero anche, forse, a controllare il web attraverso il web, senza prendere tutto come oro colato. E se apprendessero che un giornale recensisce i siti, forse sarebbero indotti a guardare ogni tanto anche il giornale.

In ogni caso la pratica farebbe bene almeno agli insegnanti. Insomma, le vie del signore sono infinite e, prima di dire che non vale la pena di provare, si potrebbe provare a farlo.
E poi chi vivrà vedrà.