Istituto Dante Alighieri, Skopje

 

02-09-2015-ozpetek-img1

In occasione dell’uscita di Allacciate le cinture ci siamo divertiti a individuare le tematiche più care a Ferzan Ozpetek e le sue piccole e grandi passioni, dai luoghi alle prelibatezze culinarie, dalle strutture sociali agli orientamenti sessuali.

Per comodità abbiamo scelto cinque campi di interesse, consapevoli del fatto che l’universo del regista non si esaurisce certo in un numero così limitato di suggestioni.

Roma

02-09-2015-ozpetek-img2

Anche se il ricordo delle passeggiate sul lungomare di Istanbul è ancora vivo e potente, nonostante il suo cinema si sia di recente spostato a Lecce, città del Barocco e delle paste di mandorla, Ozpetek continua a leggere al contrario la parola Roma, diventata per lui “amor” fin dai tempi del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Per il regista la città eterna si identifica inizialmente con il quartiere Ostiense, con il suo gazometro che assurge a simbolo tanto de Le fate ignoranti quanto di Saturno contro.

In quest’ultimo film la macchina da presa di Ferzan se ne va a zonzo per il centro storico, immortalando Piazza di Pietra e Piazza Farnese. E se Cuore Sacro è ambientato in un rione Monti abitato più dalla povera gente che da una borghesia radical-chic, a ospitare la casa in cui si svolge Magnifica presenza sono le strade di Monteverde. Celebrata anche nel luogo-simbolo de La finestra di fronte (la fontana del parco di Monte Caprino), Roma appare estranea e caotica solo in Un giorno perfetto, molto probabilmente per esigenze di coerenza con il copione.

La famiglia

02-09-2015-ozpetek-img3

Che sia biologica, d’elezione, ristretta o allargata, la famiglia è sempre presente nel cinema diFerzan Ozpetek.

Per il giovane regista che abbandona la madre patria per trasferirsi in un paese lontano, sono gli amici a prendere il posto di fratelli, zii e cugini.

Schietti e solidali no matter what, li incontriamo, trasformati in personaggi cinematografici, intorno al tavolo della terrazza de Le fate ignoranti o seduti su una panca nell’ospedale che fa da sfondo alle scene più tristi di Saturno contro.

“Fanno famiglia” anche i fantasmi di Magnifica presenza, costretti da un infausto destino a rimanere per sempre una compagnia teatrale, così come la Bobulova e la piccola Comencini di Cuore Sacro, storia di una crisi di identità che porterà una figlia alla riconciliazione post-mortem con la madre.

Quanto alla famiglia tradizionale, Ozpetek ne ha date due rappresentazioni opposte. Adattando il romanzo di Melania Mazzucco “Un giorno perfetto”, si è spinto addirittura ad assassinarla per mano di Valerio Mastandrea, per poi tornare ad accettarla in Mine Vaganti, attraverso un racconto brioso e un padre che gli ricorda tanto il suo. La famiglia più risolta e regolare è comunque quella de La finestra di Fronte, nonostante lo scossone provocato da un dirimpettaio con il volto di Raoul Bova.

L’omosessualità

02-09-2015-ozpetek-img4

Anche se nessuno dei film di Ozpetek in cui uno o più personaggi sono gay è un trattato sull’omosessualità, questo tema ha sempre avuto grande rilevanza nelle sue storie, come dimostra la sua recente affermazione “Essere omosessuali comporta parecchie difficoltà, fra cui la preoccupazione di ciò che penseranno gli altri”.

Nel film d’esordio Il bagno turco, l’amore per lo stesso sesso è una scoperta pudica che va di pari passo con l’appassionarsi a una cultura altra e che pone fine a un’esistenza monotona.

Nelle opere successive del regista, invece, l’accettazione dell’omosessualità si alterna con il suo rifiuto da parte di un mondo ottuso.

Accolta ne Le fate ignoranti e “normalizzata” in Saturno contro, ne La finestra di fronte è funzionale al mistero di un personaggio e alla sua infelicità amorosa.

In Mine vaganti, in cui ad essere gay sono due fratelli, genera sì sbigottimento e perplessità, ma la polemica viene stemperata dal tono comico della storia e dall’autoironia che traspare in alcune sequenze.

Passano solo due anni e, in Magnifica presenza, arriva in tutta la sua evidenza la denuncia, in una scena di un travestito picchiato che alcuni hanno a torto ritenuto un excursus innecessario.

La malattia

02-09-2015-ozpetek-img5

Allacciate le cinture non è l’unico film di Ferzan Ozpetek in cui si affronta la malattia, anche se in quest’ultimo caso il tema è preponderante.

Che ne parli più o meno diffusamente, il regista ama legare alla mancata salute del corpo una guarigione della mente e dei sentimenti, trasformandola a volte perfino in un elemento di aggregazione e pacificazione.

Succede ne Le fate ignoranti, grazie al personaggio di Gabriel Garko che lega Antonia aMichele, e in Saturno contro, con gli amici di Lorenzo che superano divergenze e incomprensioni nell’esperienza comune del dolore. Alla malattia, poi, è legata la morte, che, laddove non è la brutalità del gesto folle del protagonista di Un giorno perfetto, in qualche modo provoca una rinascita: sempre di Antonia, per esempio, de Le fate ignoranti, di Irene inCuore sacro in seguito al suicidio di una coppia di amici. I morti, comunque ci restano accanto, sottoforma di ricordi delle persone andate, di esempi da seguire per trasformare il mondo in un posto migliore, o in qualità di capricciosi fantasmi che possono tenerci molta compagnia.

I dolci

02-09-2015-ozpetek-img6

Che Ozpetek ami il buon cibo e il rituale della sua preparazione lo dimostrano le numerose scene di pranzi e di cene che attraversano la sua intera opera.

Anche se abbiamo contato tre film in cui qualcuno addenta una piccola polpetta (Le fate ignoranti, Saturno contro e Allacciate le cinture), la tentazione a cui il regista non sa e non vuole resistere sono i dolci.

Torte di tutte le fogge appaiono trionfalmente le une accanto alle altre ne La finestra di fronte, dove Massimo Girotti prima e Giovanna Mezzogiorno poi sono scrupolosi e fantasiosi pasticceri. Lo stesso mestiere dà da vivere a Elio Germano in Magnifica presenza, anche se per questo personaggio, di cui ricordiamo soprattutto i croissant, si tratta di un ripiego più che di una passione.

I dolci possono anche essere uno strumento di accettazione (Paolo di Saturno contro si presenta alle cene in casa di Lorenzo armato di una torta comprata in pasticceria) e di morte – come nel caso della nonna diabetica di Mine Vaganti che si suicida mangiando baci di dama, piccole bavaresi e dolci pannosi.

E’ con il ricordo di questa scena che ci congediamo da Ferzan Ozpetek, in attesa di altre ossessioni e di qualche nuovo piacere colpevole.

Traduzione: Daniela Zdravkovska