Istituto Dante Alighieri, Skopje

Giorgio de Chirico è un artista che con la sua pittura ci ha provocato ad indagare il suo percorso di vita, a scoprire nuova prospettive e significati. Si tratta di un artista che merita di essere, analizzato, approfondito, ma soprattutto ammirato.
Le opere che de Chirico ha dipinto prima della costituzione della sua metafisica sono state definite enigmatiche. I suoi soggetti venivano ispirati dalla luce del giorno delle città mediterranee, ma poi gradualmente cominciò a rivolgere la sua attenzione allo studio dell’architettura classiche. Così iniziò a realizzare opere caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, in cui mancano le prospettive realistiche, immerse in un clima magico e misterioso e caratterizzate dall’assenza delle figure umane.
La sua pittura è segnata da una originale e romantica interpretazione della classicità e da un interesse per la tecnica degli antichi maestri rinascimentali. Si interessa alla scultura in terracotta e traspone nella terza dimensione i suoi soggetti preferiti. Continua a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale e i colori che più usa sono il cobalto, l’oltremare, il vermiglio nelle tonalità squillanti, e svariate tonalità di verde.
Le tele più celebri di De Chirico rappresentano piazze assolate e vuote, dove tutto appare fermo e silenzioso: unica traccia di vita è un treno che corre all’orizzonte o una ciminiera fumante. Si riconosce solo qualche ombra o una statua isolata e la loro solitudine esprime l’incomunicabilità dell’uomo. La presenza di statue, castelli, portici rinascimentali ricorda alcune piazze italiane, ma nessuna di quelle dipinte esiste davvero, perché l’artista le modifica secondo le sue esigenze. Invece che luogo d’incontro sociale, le piazze di De Chirico sono spazi vuoti, dove non è più possibile incontrarsi, dove le poche figure dipinte scompaiono al confronto delle grandi architetture, appaiono estranee e inquietanti finendo per diventare appunto ‘metafisiche’. Infatti, sembrano luoghi reali, ma con colori e luci innaturali, е le prospettive assurde e gli accostamenti impossibili spingono verso una dimensione che va oltre la realtà e che sconfina nell’immaginario.
Ecco la nostra scelta dei quadri che esprimono un senso sublime e, allo stesso tempo, quotidiano:
1. La malinconia di una bella giornata;
2. La purezza di un sogno;
3. La nostalgia dell’infinito;
4. L’enigma dell’ora;
5. La contrarietà del pensatore
Si tratta di quadri che ci pongono delle domande essenziali, domande alle quali è impossibile fornire risposte esatte. Però l’importante è porsele, formare anche un solo pensiero nuovo, un solo dubbio e avere la voglia di comprendere. Così si apre un intero labirinto di questioni filosofiche che possiamo visitare ogni tanto, quando sentiamo il bisogno di analizzare un pezzo dei sogni umani, percependo la vertiginosa sensazione dell’ infinito campo in cui si può muovere la nostra curiosità.
L’arte di de Chirico sembra “ambigua, inquietante, contraddittoria”, forse soprattutto perché colloca forme senza sostanza vitale in uno spazio vuoto e inabitabile, in un tempo che non è eterno, ma immobile. Ma l’immobilità appare come una caratteristica peculiare dell’eternità. Anche lo spazio è enigmatico, perché non è altro che una modalità per rappresentare un certo tipo di tempo. Nei quadri di de Chirico il tempo si manifesta in triplice maniera: con gli orologi, segni del tempo attuale; con le ombre, che ci riportano al tempo passato; e infine con le architetture, che sono senza età e attraverso il presente collegano il passato al futuro. Si potrebbe, quindi, dire che nella sua pittura il tempo sia protagonista, magari proprio per la sua assenza.
Spero che questo testo sia riuscito a liberare una piccola parte della vostra curiosità, vi abbia spinto a conoscere nuovi contenuti, con criteri non condizionati.

Katarina Velichkovska

2.	Невиноста на сонoт

5.	Противречноста на мислителот

3.	Тага за бесконечност

4.	Енигмата на времето

1.	Меланхолијата на убавиот ден